
I progressi scientifici e tecnologici di qualsiasi epoca non possono prescindere da un elemento fondamentale: la competenza. Il digitale è il presente e il futuro di qualsiasi settore economico e di sviluppo, ed è parte integrante del processo di ottimizzazione della sanità per garantire cure e trattamenti sempre più efficaci, efficienti e in linea con le possibilità del momento attuale. Per questo motivo, chi lavora nell’healthcare – medici, professionisti sanitari, infermieri, specialisti di discipline non mediche – deve necessariamente avere competenze nel campo digitale e le scuole di oggi dovranno garantire una formazione adeguata a queste nuove esigenze.
Telemedicina, intelligenza artificiale, blockchain, multidisciplinarietà: sono alcuni dei temi di punta di questo periodo all’interno di una discussione e di un dibattito sui progressi tecnologici nel settore sanitario iniziato con la pandemia e ancora oggi in cerca di sviluppi presenti e futuri. La farmacia dei servizi, per esempio, è stata in grado di decentralizzare il processo di cura, assumendosi il compito di eseguire screening e attività di monitoraggio e diagnosi in sede, rendendo disponibili i risultati a medici e specialisti per una corretta analisi e interpretazione e quindi anche una gestione ottimale e veloce del paziente e del trattamento. Questo processo richiede una serie di step importanti:
- Avere a disposizione e saper utilizzare strumenti diagnostici e di monitoraggio che vanno dallo spirometro all’ECG passando per i dispositivi indossabili.
- Poter trasmettere referti ed esiti a medici in località differenti, a più specialisti, magari afferenti a dipartimenti o aziende sanitarie diverse.
- Mettere in collegamento, se necessario, farmacista e medico di base
- Poter garantire la sicurezza di dati e la privacy del paziente
- Informare correttamente il paziente sull’uso dei dispositivi e ottenere il consenso informato
- Saper utilizzare e immagazzinare le informazioni nel modo corretto, magari sfruttando le possibilità offerte dal Fascicolo Sanitario Elettronico.
Questo è solo uno degli esempi che prende in considerazione diverse aree della digitalizzazione in medicina: l’Internet of Things, la telemedicina, la blockchain, la multidisciplinarietà, il Fascicolo Sanitario Elettronico.
Partendo da questo esempio, vediamo ora insieme quali siano le competenze necessarie per lavorare (e vivere) nel mondo della sanità digitale.
Le competenze nel digitale
Come abbiamo visto, anche una delle applicazioni più “semplici” della digitalizzazione, potrebbe richiedere ora e in futuro numerose competenze in più rispetto a quelle classiche. Chi lavorerà in sanità, qualsiasi sia il suo ruolo – medico di base, specialista, infermiere, farmacista, psicologo, fisioterapista etc… - dovrà necessariamente maturare competenze digitali adatte per affrontare le nuove sfide della medicina digitale, che sia telemedicina, AI/Big Data, IoT, blockchain etc…
I dati non sono confortanti: un analisi promossa dal Segretariato Italiano Giovani Medici – SIGM, nell’ambito del Progetto VALIDATE (Value-bAsed Learning for Innovation, Digital health and Artificial inTelligencE), ha valutato la sensibilizzazione sul tema della sanità digitale tra i giovani medici d’età inferiore a 35 anni.
Su 362 medici – ricordiamo, di meno di 35 anni di età -, solo il 13% è coinvolto nella gestione dei Big Data nella pratica clinica e di ricerca quotidiana; sempre il 13% ha dichiarato l’uso di IA nella propria area di interesse; l’utilizzo diretto dell’IoT è del 6%, quello indiretto si alza al 10% (comunque pochissimo); per la telemedicina la percentuale si alza al 22% (applicazione diretta), mentre il coinvolgimento indiretto è del 34%. Percentuale più alta - 76% - per l’utilizzo di archivi elettronici per attività cliniche, ma solo l’8% ha riferito di avere l’opportunità di condividere i dati clinici.
Questo, sebbene sia un risultato parziale e su un campione ristretto, mette comunque in luce le criticità e la necessità di maturare competenze nel digitale in modo più strutturato e massivo.
I professionisti della sanità dovranno quindi mettersi in gioco per maturare queste skill:
- Competenze informatiche. Si tratta della base dalla quale partire, ma è una base imprescindibile. Chi lavora nel campo della sanità deve possedere competenze informatiche elevate: non basta saper usare il pacchetto Office o internet in generale, ma serve un’attenzione in più e una curiosità maggiore verso nuovi software, applicativi per la gestione di dati, sistemi di videochiamata, sistemi di prenotazione delle visite online. Nel campo della ricerca la specializzazione deve essere ancora maggiore, considerando l’importanza dei Big Data e delle discipline omiche.
- Competenze legate all’interpretazione dei dati. Chi lavora nel campo della ricerca clinica o chi avrà a che fare con i Big Data, dovrà necessariamente imparare a utilizzarli, interpretarli e stoccarli. Questo significa conoscere l’intelligenza artificiale e i software che si occupano di questa mole enorme di dati affinché si sappia come interrogarli per il proprio obiettivo di ricerca.
- Competenze Internet of Things, robotica e realtà aumentata. Dispositivi indossabili per il monitoraggio di parametri vitali, assistenti virtuali, realtà virtuale e aumentata, robotica: sono il presente e il futuro della medicina. Per questo è importante che medici, specialisti e operatori sanitari sappiano maneggiare nuovi dispositivi e apprendere velocemente il funzionamento dei software. Non sono importanti solo gli aspetti tecnici e pratici, ma è ancora più fondamentale padroneggiare funzionalità, obiettivi, possibilità esistenti. Per esempio, per un cardiologo potrebbe diventare necessario conoscere tutte le possibilità offerte dagli indossabili per il monitoraggio dell’attività cardiaca e avere competenze trasversali in questo settore. Dovrà conoscere le certificazioni dei dispositivi, le regole per garantire privacy e sicurezza dei dati, come insegnare al paziente a utilizzarli, come condividere i dati in tempo reale e come sfruttarli al massimo delle loro potenzialità. Un fisioterapista dovrà interfacciarsi con sistemi robotici utilizzati per la riabilitazione fisica. Uno psicologo potrà avere a che fare con la realtà virtuale e aumentata per il superamento di fobie e per il trattamento di disturbo post traumatico da stress.
- Competenze legate alla sicurezza dei dati e al consenso informato. Uno dei temi caldi che riguarda la medicina digitale è proprio quello della sicurezza dei dati e dalla possibilità di rispettare la privacy del paziente. Per questo gli operatori sanitari dovranno sviluppare competenze anche in questo settore, mostrandosi al passo con le nuove tecnologie e possibilità: per esempio, la blockchain. Una tecnologia sempre più importante proprio perché rende i dati e la loro trasmissione sicura e a prova di contraffazione. Questo vale anche per chi deve gestire dati clinici, legati a studi e trial.
- Competenze legate al lavoro in team multidisciplinari. I team multidisciplinari prevedono la sinergia e il lavoro di squadra tra professionisti in diversi campi, questo può avvenire grazie alle comunicazioni da remoto – come quelle offerte dalla telemedicina – e alla possibilità che tutti abbiano accesso alle informazioni cliniche del paziente. Questo significa conoscere i sistemi digitali di condivisione delle informazioni e i software per le videochiamate e le conferenze online.
- Cybersecurity. La comprensione delle regole basiche per la protezione dei dati racchiusi nei propri computer è una necessità di qualsiasi azienda e ancora di più di quelle sanitarie. Regole sulla gestione delle password, sulle frodi online e su come evitarle, sull’uso dei dispositivi aziendali in modo coerente e adeguato sono alcune delle nozioni di un qualsiasi corso di cybersecurity che parta dai fondamentali.
- Capacità di comunicare virtualmente. Si tratta di sviluppare una competenza che non è propriamente digitale ma che permette di sfruttare il digitale al meglio: la comunicazione online ha delle regole differenti rispetto a quella di persona, che vanno comprese e assimilate per evitare fraintendimenti, soprattutto in caso di visite online. L’ascolto empatico, la messa a fuoco, la necessità di parlare lentamente e assicurandosi che il paziente comprenda sono tutti elementi che meritano un approfondimento.
- Capacità di utilizzare le Cartelle Cliniche Elettroniche e il Fascicolo Sanitario Elettronico. Questi strumenti sono importantissimi per la condivisione veloce ed efficace delle informazioni. I medici e il personale sanitario, così come i farmacisti devono sapere utilizzare queste piattaforme digitali al pieno delle loro possibilità affinché funzionino.
Queste sono le principali competenze che dovranno aggiungersi al bagaglio di coloro che lavorano nel settore della sanità, soprattutto nel futuro, ma con un’attenzione anche al presente. Come abbiamo visto, infatti, la telemedicina e le possibilità offerte dall’IoT e dall’intelligenza artificiale non sono così lontane da noi: è sempre più frequente lo scambio di messaggi tra medico e paziente, prenotare attraverso una App la visita dallo specialista, andare in farmacia per controllare la glicemia o misurare la pressione, inviare al medico i dati sul sonno o sul ritmo cardiaco registrati con l’Apple Watch. Per questo, gli operatori sanitari devono essere pronti a garantire che tutti questi servizi possano essere implementati in sicurezza e con le dovute competenze, senza improvvisarsi esperti.