
L’avvento dell’intelligenza artificiale, e in particolare della realtà virtuale e aumentata, ha tra le sue possibili applicazioni anche la formazione del personale medico e sanitario. Queste tecnologie moderne permettono infatti di ricreare ambienti immersivi dove medici e specializzandi possono apprendere e aggiornarsi, anche simulando interventi e situazioni di cliniche o di emergenza. La simulazione in medicina ha una lunga tradizione e non si basa solo su realtà virtuali: scopriamola insieme.
Come tutti i contesti professionali di rischio, anche la medicina – avendo a che fare con la vita delle persone – richiede un approccio formativo che sia non soltanto teorico ma anche pratico, con la possibilità di eseguire interventi e prestazioni simulate, sia nelle fasi iniziali dell’apprendimento sia per aggiornamento professionale.
La simulazione in ambito sanitario è una pratica diffusa da tempo: in Italia dagli anni ’90, quindi da più di trent’anni. In quell’epoca le prime esperienze di apprendimento sfruttavano dispositivi chiamati “a bassa fedeltà”, come i manichini semplici. Nel mondo, la simulazione medica nasce addirittura negli anni ’30 nel settore dell’anestesiologia e poi si perfeziona e si diffonde nel tempo, anche grazie ai progressi informatici e tecnologici.
Secondo la definizione più accreditata, la simulazione medica è una tecnica che sostituisce o amplifica esperienze reali con esperienze guidate, replicando gli aspetti sostanziali del mondo reale in modo interattivo (David Gaba).
La simulazione di per sé non si applica solo alle nozioni di tipo tecnico - dal massaggio cardiaco all’esecuzione di operazioni chirurgiche – ma affronta le situazioni cliniche nei suoi aspetti complessivi che includono anche la capacità di:
- lavorare in squadra
- prendere decisioni
- agire a mente lucida in contesti di emergenza.
L’obiettivo della simulazione come forma di apprendimento è sostanzialmente quello di ridurre la possibilità di errori in campo medico e di conseguenza migliorare anche la qualità delle prestazioni sanitarie e la soddisfazione dei pazienti. I futuri medici, inoltre, possono passare dalle nozioni teoriche a quelle pratiche in modo graduale e sicuro.
Come dicevamo, la simulazione medica si è evoluta nel tempo, anche in modo veloce, seguendo i progressi della tecnologia e dell’informatica. Accanto ai manichini più tradizionali e classici, che sono strumenti in qualche modo “passivi”, vi sono manichini sempre più sofisticati, cosiddetti di alta qualità, che sono in grado di riprodurre segni e sintomi fisiologici e patologici. Questi strumenti avanzati permettono di creare scenari ad hoc, controllati, allo scopo di poter fornire agli allievi dei riscontri oggettivi sulle loro performance.
Ma vediamo ogni aspetto della simulazione in medicina più in dettaglio
Sicurezza in sanità
Nel mondo medico e sanitario, con il termine sicurezza non si intende soltanto evitare errori o incidenti, quanto impegnarsi in modo attivo nella prevenzione, affinché gli eventi critici siano evitati o ridotti. Questo significa non soltanto trasformare la teoria in pratica, ma possedere alcune competenze che vanno oltre l’esecuzione ottimale di una diagnosi, di una prestazione di cura, di una manovra di emergenza.
Medici e operatori sanitaria devono essere in grado di:
- Prendere decisioni, spesso in breve tempo
- Confrontarsi con team multidisciplinari
- Affrontare situazioni di emergenza
- Lavorare in equipe e – in alcuni casi – assumere un ruolo di leader
La simulazione medica, in scenari strutturati, complessi e sotto il controllo del formatore, permette di valutare, mettere alla prova e stimolare queste competenze, così da garantire cure e trattamenti sempre di eccellenza, riducendo il rischio di eventi critici ed elevando gli standard qualitativi delle strutture ospedaliere.
Le sessioni formative di simulazione sono organizzate in modo strutturato e specifico, l’ambiente è controllato e sicuro, con la possibilità quindi di apprendere dagli stessi errori dei partecipanti. Questo sistema di addestramento, che sposta il focus sulle pratiche e sui comportamenti, permette di innescare un circolo virtuoso nell'intero sistema sanitario. La sua efficacia è stata dimostrata da numerosi studi scientifici sia per quanto riguarda i miglioramenti tecnico-pratici sia nello sviluppo di abilità relazionali e di problem solving.
La simulazione in sanità
È chiaro che si tratta di un tipo di apprendimento con caratteristiche specifiche poiché è rivolto a medici e professionisti sanitari, adulti, con un background teorico importante, spesso con esperienze e competenze già maturate in Università, in aziende ospedaliere, in ambulatori.
Per questo, queste attività devono essere costruite da formatori esperti, che sappiano:
- sviluppare scenari validati, utili e sicuri
- utilizzare gli strumenti tecnologicamente più adeguati per i casi “messi in scena”
- dosare la fedeltà della simulazione - ovvero il livello di aderenza alla realtà della simulazione – in base ai discenti e agli obiettivi educativi.
Modalità e livelli di fedeltà
Le diverse modalità di simulazione permettono di scegliere tra vari livelli di fedeltà e sono utilizzate per formare candidati con diverse competenze:
- Conoscenze
- Abilità pratiche
- Attitudini
Queste modalità includono:
- Simulazione basata su computer. L’esperienza di simulazione avviene tramite computer, quindi il discente interagisce direttamente con lo schermo. Di solito, una simulazione al computer è un software progettato per replicare un modello. Questo modello è basato su leggi matematiche e/o proposizioni logiche che regolano il suo comportamento. Modificando alcuni parametri, si modifica il modello stesso. Questo tipo di simulazione aiuta a migliorare le capacità decisionali, le competenze di diagnostica strumentale e il riconoscimento di determinate situazioni.
- Simulazione procedurale. È il tipo di simulazione che richiede l’utilizzo di manichini interi, a mezzo busto oppure solo parti anatomiche. Possono essere manichini a basso livello tecnologico o ad alto livello tecnologico. Nel primo caso si tratta di manichini che permettono simulazioni “analogiche” e semplici. Per esempio, quelli utilizzati nella formazione del personale del 118 per l’esecuzione corretta della rianimazione cardiopolmonare. Quelli ad alta tecnologia sono manichini iperrealistici, che utilizzano sistemi informatici e software avanzati per simulare situazioni fisiologiche, sintomi e segni patologici: di fatto assomigliano in tutto e per tutto a un paziente reale.
- Paziente simulato/standardizzato. Si tratta di utilizzare attori o simulatori di pazienti
- Simulazione clinica full immersion. Riproduce l'ambiente clinico reale utilizzando massimi standard di fedeltà, coinvolgendo attori, pazienti o simulatori di pazienti.
- Simulazione ibrida. Combina due o più modalità di simulazione.
Per ciascun tipo di simulazione, quindi, sono richiesti simulatori differenti che spaziano dagli attori in carne e ossa fino agli ambienti di realtà virtuale e aumentata, passando per manichini, computer, software.
Sono necessari, inoltre:
- Un ambiente idoneo per l’esecuzione della simulazione a seconda delle caratteristiche della stessa.
- Un team di formatori esperti, che possiedano competenze trasversali e multidisciplinari: facilitatori, specialisti di tecnologie, informatici e ingegneri, medici etc.
- Un gruppo di discenti motivati
Il paziente simulato
Il paziente simulato è essenziale per la formazione degli studenti nel settore sanitario poiché consente loro di praticare in scenari clinici realistici. In particolare, il paziente simulato è un attore che incarna tutte le caratteristiche psicologiche e comportamentali, oltre che cliniche, legate alla patologia oggetto di studio. Si tratta quindi di una persona istruita per simulare un paziente "reale" del quale ne riproduce la storia clinica e umana. La situazione deve essere quindi studiata nei minimi dettagli, deve essere verosimile e deve prevedere anche la stesura di un copione, in base agli obiettivi didattici stabiliti a priori. Il paziente può anche essere standardizzato ovvero, anziché possedere caratteristiche proprie di personalità, presenta delle caratteristiche standard affinché ogni studente valuti lo stesso identico caso senza variazioni.
La simulazione medica: perché la utilizziamo?
La simulazione medica viene utilizzata in diversi contesti:
- Addestramento. È un metodo efficace per insegnare procedure mediche, diagnosticare patologie, gestire situazioni di emergenza e migliorare le competenze comunicative e decisionali degli operatori sanitari. L'addestramento può essere personalizzato per adattarsi alle esigenze specifiche degli operatori sanitari e può includere simulazioni di casi comuni o rari.
- Assessment delle competenze. La simulazione medica è utilizzata anche per valutare le competenze degli operatori sanitari. Attraverso scenari simulati, è possibile valutare le capacità diagnostiche, decisionali e procedurali degli operatori, nonché la loro capacità di lavorare in team e gestire situazioni di stress.
- Ricerca. La simulazione medica viene impiegata anche per condurre studi e ricerche nel campo sanitario. Può essere utilizzata per valutare l'efficacia di nuovi protocolli di trattamento, per studiare l'impatto delle variazioni nell'organizzazione dei servizi sanitari e per sviluppare e testare nuove tecnologie mediche.
La realtà virtuale e aumentata nelle simulazioni
Sempre più attuale è l’utilizzo della realtà virtuale nelle simulazioni mediche. Per esempio, può essere utilizzata per:
- Creare un ambiente immersivo per lo studio dell’anatomia.
- Eseguire interventi chirurgici simulati.
- Addestrare i chirurghi all’utilizzo della telemedicina e della robotica.
- Migliorare le capacità diagnostiche attraverso la sovrapposizione di immagini al corpo del paziente.
- Favorire e rendere più appetibile l’apprendimento e l’aggiornamento continuo in medicina, soprattutto a convegni e congressi.
- Favorire l’apprendimento in caso di corsi di primo soccorso per la popolazione o in occasione di campagne educazionali.
- Allenare gli operatori sanitari a prestare soccorso in scenari di guerra simulati.
- Inoltre, può essere impiegata per far sperimentare ai medici le condizioni dei pazienti con disabilità, consentendo loro di comprendere meglio le sfide e le conseguenze di tali condizioni durante il trattamento e il follow-up.
La realtà virtuale e aumentata può favorire l’apprendimento anche perché crea un ambiente ludico, interattivo e di intrattenimento. Allo stesso modo possono essere utilizzati gaming, simulazioni con Escape room, rompicapo per la risoluzione di casi clinici.
Questi strumenti possono sfruttare o meno la tecnologia, essere più o meno fedeli rispetto alla realtà, ma hanno in comune un elemento: l’obiettivo finale, ovvero insegnare, facilitare l’apprendimento, renderlo più pratico, coinvolgente ma soprattutto più multidisciplinare e sfaccettato possibile, proprio come lo è la realtà.